(di Massimo De Simoni)

 

Nei giorni scorsi si è tenuto il congresso della Lega o qualcosa di simile, visto che la platea era composta da 126 persone rispetto agli oltre cinquecento delegati attesi; l’appuntamento è servito a sancire l’archiviazione della formazione di bossiana memoria (indipendenza del nord, federalismo, secessione, ecc.) e la nascita del partito personale di Salvini con ambizioni nazional-sovraniste.

Ora gli “interna corporis” della Lega potrebbero anche interessarci relativamente, se non fossimo in presenza di una furbizia che va ad incidere sui soldi che quella forza politica deve restituire allo Stato a seguito di una sentenza che ha riconosciuto come improprio l’uso delle risorse (pubbliche!) percepite a titolo di rimborsi elettorali.

La nascita della “Lega per salvini” trasforma infatti la vecchia “Lega nord” in una scatola vuota in termini politici, organizzativi e (soprattutto) economici; una trasformazione non casuale che consentirà di convogliare le entrate (iscrizioni, sottoscrizioni, contributi degli eletti) sul nuovo soggetto politico, relegando la vecchia Lega al ruolo di “bad company” con in pancia (solo) i debiti verso lo Stato (e quindi verso “gli italiani”), azzerando in questo modo la possibilità di eventuali azioni di recupero dei quarantanove milioni di euro.

In questo caso il famoso “prima gli italiani” è stato sostituito con “prima i furbi”!