La storia già vista di chi genera caos promettendo ordine
(di Massimo De Simoni)
L’avvio della crisi politica di agosto ha evidenziato fin dall’inizio lo sterile avvitamento di Salvini che con crescente fatica si è arrampicato sugli specchi per tentare di giustificare la rottura del cosiddetto “contratto di governo”, paradossalmente proprio a pochi giorni dall’approvazione dell’indecente decreto impropriamente denominato “sicurezza bis” (anziché “disumanità bis”).
Una rottura di quel contratto, avvenuta subito dopo che i cinque stelle avevano ingoiato il rospo di quella norma che sottrae poteri ad altri dicasteri per accentrarli sul Ministro dell’interno inasprendo ulteriormente le pene per chi salva delle vite in mare; per rompere la maggioranza di governo Salvini ha preso a pretesto la contrarietà dei cinque stelle alla realizzazione della TAV; e di puro pretesto si è trattato visto che la suddetta contrarietà era nota da sempre anche agli osservatori più distratti, pur non impedendo alla Lega di costruire un anno fa il pateracchio governativo gialloverde.
Da quel momento al centro dell’azione di Salvini c’è stato il solo ed unico interesse di incassare l’incremento di poltrone e potere che i sondaggi sembrano assegnarle in caso di voto anticipato, altro che interessi degli italiani o del paese! Quelli sono argomenti che possono andar bene per i comizi, magari con la squallida ostentazione di oggetti e simboli sacri.
Salvini ha creato confusione politico-istituzionale sfiduciando un governo del quale continua a far parte, cercando di dettare i tempi al Parlamento, al Governo e al Quirinale; ha creato apprensione dal punto di vista economico e finanziario con il paventato aumento dell’Iva e con il rischio concreto di lasciare il Paese senza una legge di bilancio a fine anno.Del resto tutta l’orchestrazione dell’agenda di crisi risponde ad un disegno mirato a creare una situazione di caos, di allarme e preoccupazione generalizzata destinata a diventare la premessa per poter chiedere “pieni poteri” per ergersi a garante di un “nuovo ordine”.
E’ un tragico film già visto nel corso della storia e non è auspicabile per nessuno rivederlo, neanche per chi (in piena libertà) vota a destra. Pertanto, se si vuole evitare l’epilogo autoritario, è necessario mettere rapidamente in campo proposte politiche che restituiscano centralità ai principi e ai valori della Costituzione repubblicana, democratica e antifascista.