(di Massimo De Simoni)

Nel discorso d’insediamento all’Assemblea nazionale del PD Enrico Letta ha delineato il percorso per ricostruire un rapporto di fiducia con gli elettori e con la società; soprattutto con quella parte di società che si fida sempre meno della politica e delle istituzioni, arrivando a mettere in discussione il concetto stesso di rappresentanza democratica. Il referendum dello scorso anno sulla diminuzione del numero dei parlamentari è solo una spia di questa crescente sfiducia verso la politica, ma anche – questo è ancor più preoccupante – verso le istituzioni in generale.

Letta ha parlato di una politica fatta con “anima e cacciavite”; sono probabilmente le cose mancate alla politica da più di venti anni a questa parte.

Il cacciavite simboleggia il lavoro, la capacità di costruire, riparare o aggiustare qualcosa che non funziona; e sappiamo quanto bisogno ci sia di riparare e ricostruire in un momento così difficile per tutti e in particolare per le categorie più deboli in termini economici e sociali.

L’anima è l’idea progettuale che deve guidare l’azione di una forza politica; in questo senso il Partito Democratico deve riscoprire le proprie ragioni fondative, ovvero quelle stesse ragioni che portarono all’incontro tra le culture del cattolicesimo democratico, del socialismo e del pensiero liberale, che hanno segnato la politica nazionale ed europea del Novecento.

L’identità plurale è ancora oggi ciò che può fare del PD un partito nuovo, anziché un nuovo partito o l’ennesimo partito del quale non si sente peraltro alcun bisogno. L’attenzione ai più deboli e agli esclusi, come anche la creazione di opportunità per i giovani (e non solo) per generare processi virtuosi di crescita economica e sociale, sono i punti dai quali ripartire per costruire una proposta da offrire al Paese e all’Europa; la valorizzazione del rapporto con i corpi intermedi della società è il tratto distintivo di chi si pone come alternativa al populismo e al sovranismo degli inutili slogan strappa-consensi.

La politica e i partiti devono tornare a farsi strumento per la soluzione dei problemi delle persone e delle famiglie. Questa è la politica che vogliamo, “la politica di cui c’è bisogno” come ci ricorda Papa Francesco nell’ultima Enciclica “Fratelli tutti”.