(di Massimo De Simoni)

E ad un certo punto della favola arrivano i draghi (con la d minuscola) e chi ascolta è preso da un certo timore!

Deve essere andata più o meno così anche per alcuni esponenti della nostra politica nazionale, se solo pensiamo a delle vere e proprie conversioni che si sono registrate nello spazio di poche ore dopo il primo giro di consultazioni avviate dal Presidente incaricato Mario Draghi.

Abbastanza scontata l’adesione di Berlusconi, un po’ meno quella di Salvini, che in una manciata di minuti ha ridefinito le priorità della Lega; archiviato il tema immigrazione-invasione, priorità al Recovery plan e uso ottimale delle risorse messe a disposizione dall’Europa.

Niente male per chi, attraverso dei suoi esponenti (vedasi Borghi e Bagnai) teorizzava l’uscita dall’Euro per il ritorno ad una moneta nazionale e qualche mese fa nel Parlamento europeo – già in piena pandemia e relativa crisi economica – votò contro l’istituzione proprio del Recovery fund.

Cambiamenti di questo tipo vanno (ovviamente) salutati sempre con favore, ma saranno poi le proposte concrete a dire se le suddette conversioni sono vere o semplicemente strumentali; sarà quindi solo il programma di governo a dirci cosa le forze politiche sono pronte a fare per tirare fuori il Paese dalle difficoltà create da questo virus che non molla la presa, ma anzi sembra pronto a rilanciare attraverso le cosiddette “varianti”.

Gli auguri a Draghi (e con lui anche a tutti noi) sono d’obbligo, anche perché il fallimento del suo sforzo avrebbe effetti devastanti per il paese.