(di Massimo De Simoni)
L’avvio della cosiddetta “fase due” ha segnato il ritorno della polemica politica con i toni saccenti esibiti dai soliti noti che, con tutta l’impudenza del caso, sono sempre pronti a spiegare cosa si sarebbe potuto fare di meglio e di più.
E’ senza dubbio più facile commentare anziché decidere, è più comodo criticare piuttosto che fare, soprattutto quando ci si trova in una condizione di emergenza assolutamente inedita dagli sviluppi imprevedibili; una condizione in cui ogni decisione è pesante per le ripercussioni sulle attività economiche e sulla libertà personale di ciascuno di noi.
Pur tuttavia il Governo ha saggiamente scelto di tutelare in via principale la salute e la vita dei cittadini, una linea seguita successivamente anche da altri paesi nel mondo appena il virus ha mostrato tutta la sua pericolosità. L’operato del Governo è ovviamente soggetto a delle critiche ed alcune cose potevano probabilmente essere fatte con meno esitazione; la confusione sugli “affetti stabili” è solo un esempio di quanto era necessario che alcuni aspetti fossero chiariti in modo più netto e forte, anche a rischio di risultare impopolari.
Ma quando la casa brucia non si può attardare nel criticare chi sta cercando di spegnere l’incendio; l’urgenza è quella di domare le fiamme per poi capire come si sono generate e cosa fare per evitare il ripetersi di eventi simili.
L’emergenza-virus ha fatto emergere la presenza di un’Italia che resiste e di un’Italietta che critica quando si chiudono le attività e (per non farsi mancare nulla) anche quando si riaprono; abbiamo politici che pensano di esaurire la loro funzione di rappresentanza degli interessi nazionali ostentando una mascherina tricolore, per poi votare (nel Parlamento europeo) contro l’attivazione di Recovery Fund e MES, senza spiegare dove e come reperire le risorse necessarie per il rilancio dell’economia del Paese.
Fortunatamente in questi mesi abbiamo visto anche una bella Italia che – con grandi rischi personali – si è gettata con coraggio ed abnegazione nella lotta al Coronavirus, come nel caso del personale sanitario, forze dell’ordine, protezione civile ed altre categorie che con il loro lavoro hanno reso vivibile il lockdown di tutti; la grandissima parte dei cittadini ha inoltre osservato correttamente le disposizioni dettate dalle autorità sanitarie ed amministrative. Ripartiamo valorizzando questi esempi positivi, lasciando da parte le chiacchiere di criticoni specializzati e tuttologi improvvisati.