(di Massimo De Simoni)
Non si deve cedere alla tentazione di trattare la vicenda giudiziaria che sta investendo l’amministrazione capitolina nello stesso modo sbrigativo con il quale i cinque stelle trattarono altre vicende, altre forze politiche e (cosa ancor più grave!) altre persone.
De Vito, come chiunque altro nella medesima situazione, se sarà colpevole lo sarà solo e soltanto dopo l’esito del processo o dei processi nei diversi gradi di giudizio; ovviamente, idem dicasi per l’Assessore Frongia.
Fino ad allora per valutare in termini politici l’operato della giunta Raggi è sufficiente guardare le condizioni in cui versa la città di Roma con la questione ambientale e dei rifiuti ormai fuori controllo e senza Assessore all’Ambiente da ormai due mesi, con il centro irraggiungibile con la metropolitana, con le strade al limite della impraticabilità, con le aziende AMA e ACEA prive da mesi dei vertici politico-amministrativi, con l’ATAC in pre-fallimento, con un’attesa media di novanta giorni per fare un carta d’identità;
E pensare che l’attuale amministrazione pentastellata si era presentata ai romani dicendo che non si sarebbero fatte le Olimpiadi e le cosiddette grandi opere per evitare episodi di corruzione e perché si preferiva pensare alla manutenzione quotidiana della città.
Se si considera che le grandi opere non sono state fatte per scelta e la manutenzione ordinaria non è stata fatta per incapacità, il giudizio politico sulla giunta Raggi è e rimane fortemente negativo senza alcuna deroga ai principi del garantismo.